Mostra personale “Abitare il Tempo”

April 22, 2016

Venerdì 22 aprile alle ore 18,30 verrà inaugurata la mia prima mostra personale presso Palazzo Albertini, in Piazza Saffi n. 50, a Forlì.
La mostra sarà aperta dal 20 al 29 aprile, dalle 14 alle 24.

Descrizione della mostra

I concetti di “abitare” e di “tempo” sono intrinsecamente contrastanti tra loro:

il primo rappresenta un’azione tipicamente umana, il secondo rappresenta un’entità astratta che l’uomo, in quanto tale, da sempre fatica a spiegare e a riportare nella sfera di ciò che considera “pensabile”.

Questo lavoro nasce da una intima necessità di esplorare quello che apparentemente può sembrare il nulla, il vuoto, cercando di dare un’interpretazione del “luogo non luogo”, apparentemente sempre uguale a se stesso ma in continuo divenire, del “nulla” come un tutto, contenitore dell’origine delle cose (il movimento, il tempo) tentando di cogliere, al contempo, la relazione tra questi concetti e l’agire umano in una visione armonica e sinergica.

Il tentativo è sfociato nella realizzazione delle due serie di immagini esposte che, ciascuna in modo diverso, forniscono un’interpretazione della relazione tra uomo e tempo, relazione positiva in quanto il primo, “abitando il tempo”, non si lascia sopraffare dal suo scorrere inesorabile che, al contrario, lo porterebbe ad esistere nell’impotenza e nell’angoscia.

Nella prima serie di immagini, scattate in diverse località italiane e dedicata ai “luoghi non più abitati”, l’”abitare” viene inteso in senso stretto: l’uomo, nonostante la sua presenza fisica sia venuta meno, è riuscito a lasciare i segni tangibili del suo passaggio negli oggetti, nei muri e negli ambienti del suo vivere quotidiano che continuano a modificarsi nel tempo come se avessero, essi stessi, una vita propria.

Il secondo gruppo di immagini è frutto di un lavoro svolto in Francia, Polonia, Slovenia e Italia e fornisce una visione più introspettiva del rapporto uomo-tempo. Qui, infatti, il passaggio dell’uomo è inteso in senso più ampio come percorso, tracciato fisico e materiale in alcuni casi e come passaggio mentale, ideologico in altri. Entrambe le accezioni denotano una relazione sincronica tra le due entità in una lettura puramente personale: l’uomo è autentico, esiste, nella misura in cui gestisce e rimane nel tempo. In questo senso il tempo non è mai qualcosa di esterno all’uomo, di oggettivo o di convenzionale, in cui egli debba semplicemente vivere e operare o che debba utilizzare come strumento di misura, ma è la struttura che ne costituisce l’esistenza stessa. La vita umana, quindi, è tempo.

“Il mondo è un pullulare continuo e irrequieto di cose, un venire alla luce e uno sparire continuo di effimere entità. Un insieme di vibrazioni come il mondo degli hippy degli anni ’60. Un mondo di avvenimenti non di cose.

La meccanica quantistica dice che lo spazio fisico è anch’esso fatto di quanti. Dove sono questi quanti di spazio? Da nessuna parte. Non sono in uno spazio, perché sono essi stessi lo spazio. Lo spazio è creato dall’interagire di quanti individuali di gravità. Il mondo sembra essere relazione prima che oggetti.

Lo scorrere del tempo è interno al mondo, nasce nel mondo stesso, dalle relazioni tra eventi quantistici che sono il mondo e sono essi stessi la sorgente del tempo. Non c’è più lo spazio che “contiene” il mondo e non c’è più il tempo “lungo il quale” avvengono gli eventi. Ci sono solo processi elementari dove quanti di spazio e materia interagiscono tra loro in continuazione. L’illusione dello spazio e del tempo continui intorno a noi è la visione sfuocata di questo fitto pullulare di processi elementari.

Così come un quieto e trasparente lago alpino è in realtà formato da una danza veloce di miriadi di minuscole molecole d’acqua.

Le immagini che ci costruiamo dell’universo vivono dentro di noi, nello spazio dei nostri pensieri, ma descrivono più o meno bene lo spazio reale di cui siamo parte. Seguiamo tracce per descrivere meglio questo mondo.

La nostra realtà è il pianto e il riso, la gratitudine e l’altruismo, la fedeltà e i tradimenti, il passato che ci perseguita e la serenità.” da “Sette brevi lezioni di fisica” di Carlo Rovelli.

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