IPA Photo Award 2019

July 25, 2019

Con grande piacere sono stato eletto vincitore dell’IPA Photo Award 2019 indetto dall’IPA (International Psychoanalytical Association) in occasione del 51° Congresso IPA a Londra con tema “The Feminine”.

Il tema del concorso fotografico, inerente a quello del Congresso, è stato “The Feminine Through the lens” e la fotografia vincitrice è la seguente:

 

 

L’immagine ha come titolo “Koru” e fa parte di un progetto fotografico dal titolo “Uno, nessuno e centomila“, in omaggio a Pirandello. Il lavoro ha come presupposto l’indagine dell’identità e del percorso che la persona, talvolta, può intraprendere per indagare la propria.

In noi possono coesistere e integrarsi molteplici identità? Ne attraversiamo molteplici durante la nostra vita? Possono integrarsi? Coesistere in armonia? Possiamo scegliere chi siamo?

Con questo progetto la mia speranza è stata quella di creare suggestioni visive che possano lasciare aperti questi interrogativi guidando l’osservatore nella propria indagine introspettiva. Naturalmente ho un mio pensiero rispetto a questo, ma è giusto che chiunque possa dare una propria interpretazione secondo il proprio intimo sentimento e vissuto personale.

Per realizzare questo lavoro fotografico ho ricercato luoghi che sentivo si potessero prestare a dare una forma alla mia idea. Tale indagine mi ha portato in particolare in Francia, sulle coste sia del Mediterraneo che dell’Atlantico e in Polonia, sul Mar Baltico. Infine, in Slovenia.

É stato durante la permanenza in Polonia presso lo Slowinsky Park, nei pressi di Leba,  che ho incontrato la poesia delle due donne protagoniste di Koru, poesia che ho tentato di tradurre in un’immagine che a me ha trasmesso tutta la forza del femminile, tema importante all’interno del progetto.

Ho deciso di dare questo titolo all’opera perché Koru è una parola maori che richiama il concetto di un’eterna ciclicità. Ho scoperto questo simbolo e i significati che racchiude durante un lungo viaggio per me molto significativo in Nuova Zelanda, così ho sentito potesse ben rappresentare quello che questa immagine vuole esprimere.

La spirale, infatti, è un antichissimo simbolo del dispiegarsi di nuovi inizi, dall’eterno ritornare di origini ancestrali, così come la natura e lo spirito possono reincontrarsi e ricreare nuova vita.

Effimero ed eterno, vitalità ed inerzia, trasformazione e conservazione si guardano nelle due facce della spirale, come queste due donne, una madre, una figlia, nella sabbia. L’unione con la terra madre come per potere poi rigirarsi verso il mare, fino al suo incontro col cielo, che consegna il futuro, la trasformazione, l’infinito.

Ciò che è stato unito può separarsi e rinnovarsi, spaziare verso l’infinito, vestendosi di una nuova identità. E tutto può ricominciare, ancora e ancora, in eterno.

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